“Uno studio congiunto dell’Istituto Superiore di Sanità e del Servizio per la Prevenzione del suicidio della Sapienza- spiega Pompili- rivela un aumento complessivo dei tassi di suicidio tra i cittadini italiani. In particolare negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento del 12% dei suicidi tra gli uomini di 25-64 anni di età, cioè, coloro che sono coinvolti nel mondo del lavoro“. Dai dati emerge quindi un incremento del fenomeno dovuto alla crisi economica. Ma il suicidio non rappresenta solo un problema di natura individuale, costituisce un rilevante e complesso problema di salute pubblica non ascrivibile a una sola causa ma ad una complessa interazione di fattori biologici, genetici, psicologici, sociali, culturali e ambientali che vanno studiati e monitorati. Secondo l’Oms ogni anno circa un milione di persone muore per suicidio e si stima che nel 2020 le vittime potrebbero incrementare del 50%. La giornata mondiale rappresenta, così, l’occasione di un confronto tra tutti gli operatori impegnati nella prevenzione nei diversi settori della psichiatria, neurologia, neuropsichiatria infantile, pediatria, medicina generale, psicoterapia, psicologia.
Tra i temi approfonditi nel corso della manifestazione, i rapporti che legano il suicidio all’adolescenza, alla vecchiaia, al bullismo, alla crisi economica e alle patologie mediche